Protesi di ginocchio

Per protesi ginocchio si intende l’intervento chirurgico di sostituzione dell’articolazione del ginocchio con materiali di sintesi.

È un’opzione terapeutica invasiva, che generalmente viene suggerita nei soggetti con dolore riconducibile ad artrosi, che non hanno avuto beneficio dal trattamento conservativo della durata di 1-2 mesi.

È utilizzata anche in presenza di altre patologie quali:

  • artrite reumatoide;
  • patologie articolari degenerative post-traumatiche;
  • osteonecrosi.

Negli anni le tecniche chirurgiche meno invasive e l’importante evoluzione tecnologica degli impianti utilizzati (sempre più longevi – fino a 25 anni –  e personalizzabili sulle caratteristiche del paziente interessato), hanno consentito notevoli progressi funzionali e nella qualità della vita del paziente.

Ciononostante, in seguito a intervento chirurgico, resta fondamentale ed indispensabile per raggiungere il massimo recupero, un’adeguata terapia riabilitativa.

In cosa consiste l’intervento di protesi di ginocchio?

L’operazione chirurgica consiste nella sostituzione delle interfacce articolari usurate e sensibilizzate con dei materiali di rivestimento biocompatibili.

Si avrà quindi l’apposizione di un cappuccio metallico nella parte distale del femore, dopo aver asportato le superfici danneggiate, di un profilo piatto che andrà a prendere il posto del piatto tibiale (su cui si adagerà il femore) e di una nuova interfaccia per la rotula qualora risultasse particolarmente degenerata.

Che tipo di protesi ci sono?

Si utilizzano principalmente due tipologie di artoprotesi:

  • Artroprotesi monocompartimentale (a sinistra nella foto): nota anche come protesi parziale. Consiste nella sostituzione settoriale del ginocchio, più precisamente di un lato dell’estremità inferiore del femore (il condilo mediale o il condilo laterale), insieme alla parte corrispondente dell’estremità superiore della tibia. Condizione necessaria per procedere alla protesi parziale è avere entrambi i legamenti crociati e i legamenti mediale e laterali integri.
  • Artoroprotesi bicompartimentale (a destra nella foto): nota anche come protesi totale di ginocchio. Consiste nella sostituzione di entrambe le estremità inferiori del femore (i condili) e di tutta l’estremità superiore della tibia.

La scelta di procedere alla sostituzione totale o parziale dell’articolazione del ginocchio con un impianto protesico, dipende dalla condizione degenerativa dell’articolazione e dell’avanzamento dall’artrosi.

La scelta dipenderà, inoltre, dalla condizione delle strutture legamentose e muscolari dell’articolazione e dalle caratteristiche individuali del paziente quali, ad esempio, l’età, il peso corporeo e lo stile vita (attivo o sedentario).

 

Fisioterapia e riabilitazione

La letteratura scientifica è concorde nell’affermare che il processo terapeutico di riabilitazione post-intervento di artroplastica di ginocchio deve porsi i seguenti obiettivi:

  • recupero del ROM del ginocchio (sia in flessione che estensione);
  • ripristino della forza muscolare dell’arto inferiore in toto;
  • ripristino del corretto schema del passo;
  • sviluppo dell’indipendenza funzionale;
  • ripristino della capacità di partecipare ad attività della vita quotidiana;
  • gestione del dolore post-operatorio.

 

Quanto tempo durerà il recupero?

I risultati e i tempi di recupero possono differenziarsi tra i soggetti. Ciò dipende da variabili quali la tipologia di intervento, l’età e le condizioni cliniche precedenti l’intervento.

La letteratura scientifica evidenzia che i pazienti più anziani presentano una degenza ospedaliera più lunga, tassi di complicanze più elevati e richiedono con maggiore frequenza cure specialistiche dopo l’intervento.

Tuttavia, sembrerebbe che l’età non incida negativamente nel miglioramento della qualità di vita successiva alla chirurgia, infatti, dagli studi condotti, emerge che i pazienti più anziani mostrano giovamento paragonabile a quello dei pazienti più giovani.

In media i pazienti, dopo un intervento di protesi totale ginocchio, tornano a camminare per più di un km, in totale comfort e benessere, circa 3 mesi dopo l’intervento, rispetto alle 11 settimane di coloro che hanno subito un intervento di protesi parziale.

Salire correttamente le scale è un obiettivo che viene raggiunto di norma in circa 3 mesi e mezzo nei pazienti con artroplastica totale e in circa 3 mesi in quelli con artroplastica parziale.

Anche nel tornare alla guida i pazienti con protesi parziale sono più rapidi, infatti impiegano in media una settimana in meno rispetto alle circa 10 settimane di coloro che si sono sottoposti ad una artroplastica totale.

C’è da sottolineare però che pazienti che scelgono un artroprotesi monocompartimentale di ginocchio hanno un tempo medio di attesa prima di eseguire una revisione della protesi inferiore.

 

Potrò tornare a fare sport?

Il ritorno all’attività sportiva è possibile sia nei pazienti operati di artroplastica parziale sia in quelli con artroplastica totale, con percentuali variabili e a favore dei pazienti sottoposti all’intervento meno invasivo.

I pazienti sono in grado di tornare a praticare sport sia a basso che ad alto impatto, sia dopo l’artroplastica monocomoartimentale sia dopo quella bicompartimentale, sebbene dopo entrambe le tipologie d’intervento tendano a tornare a sport meno traumatici e a basso impatto.

In ogni caso si ritiene necessario il periodo di almeno 3 mesi, affinché il soggetto operato possa approcciarsi nuovamente all’attività sportiva.

 

Conclusioni

Sulla base delle più recenti evidenze scientifiche una riabilitazione ottimale dovrebbe iniziare immediatamente dopo l’intervento chirurgico.

È appurata la necessità di una mobilizzazione precoce, successiva alla chirurgia di artroplastica, in quanto efficace nel ridurre la durata del ricovero del soggetto, elemento utile quindi nel contrastare gli effetti fisiologici avversi associati all’ipomobilità generale e locale.

La letteratura suggerisce, almeno nelle prime 8 settimane dopo l’intervento, l’impiego di tecniche cruciali come: esercizi di rafforzamento ad alta intensità e velocità, ed esercizi funzionali, attuando una progressione continua e proporzionata al miglioramento delle condizioni fisiche della persona.

Anche il miglioramento della capacità di movimento articolare, secondo la letteratura, dovrebbe avvenire con una crescita progressiva, con il raggiungimento di 80 gradi di flessione di ginocchio tra le prime settimana dopo la chirurgia e il raggiungimento di 110 gradi intorno alla settimana 7 e 8.

Il raggiungimento di 110 gradi di flessione del ginocchio costituisce una funzione soddisfacente per svolgere la maggior parte delle attività della vita quotidiana, nella maggioranza dei soggetti sottoposti ad artroplastica di ginocchio.

Fondamentale nella riabilitazione è che il paziente comprenda la necessità di assumere uno stile di vita sostenibile, sano e specialmente attivo, venendo istruito sui rischi e sulle buone regole da adottare prima di svolgere talune attività.

L’adesione al piano terapeutico, attraverso l’esecuzione degli esercizi impostati dal fisioterapista, è di vitale importanza per ottenere i risultati funzionali desiderati.

 

Bibliografia