La borsite trocanterica è una problematica caratterizzata da dolore nella zona laterale dell’anca, in corrispondenza del gran trocantere, che può essere percepito anche fino a metà della coscia.
Da sempre è stata definita come con questo nome alludendo al fatto che ci potesse essere una infiammazione a livello della borsa trocanterica.
Sulla base di recenti studi di risonanza magnetica ed ecografia, però, si è notato che il dolore in regione laterale all’anca spesso non è correlato ad una infiammazione della borsa sub trocanterica.
Infatti, spesso il dolore è conseguente ad una degenerazione del compartimento muscolo-tendineo che si inserisce sul gran trocantere.
Sarà poi compito dell’esame obiettivo successivo riuscire a comprendere quali strutture ed in che modo stanno alimentando l’irritabilità tissutale, e se è presente o meno infiammazione.
Chi può essere soggetto a borsite trocanterica?
La sindrome dolorosa del gran trocantere ha un’incidenza compresa fra l’1.8 e il 5.6 ogni 1000/anno ed è più prevalente nelle donne rispetto agli uomini con un rapporto di 4:1.
È una sindrome comune nei giovani adulti e negli over 50 anni e più frequente nelle donne fra i 40 e i 60 anni.
I fattori di rischio associati alla sindrome dolorosa del gran trocantere includono l’età, l’obesità, sedentarietà, artrosi di ginocchio o anca e lombalgia .
Allo stesso modo, una prevalenza della sintomatologia nelle donne evidenzia come la forma della pelvi e una tensione accentuata dei muscoli abduttori-estensori possa influire sul sintomo.
Diagnosi
La diagnosi è basata su un esame clinico approfondito con la presenza di un dolore in regione laterale dell’anca e rigidità della porzione peritrocanterica.
Il dolore può essere presente anche a riposo o anche quando il soggetto è in posizione di decubito laterale con l’anca sintomatica in contatto con una superficie.
Un esame obiettivo accurato del rachide, delle anche e del ginocchio è fondamentale per svolgere una corretta diagnosi differenziale andando ad identificare la zona che è fonte di dolore.
Andando a palpare direttamente la zona peri-trocanterica postero laterale possiamo verificare la presenza di sintomatologia dolorosa in prossimità dell’inserzione del medio gluteo tipica di questa patologia.
Il fisioterapista, inoltre, per confermare la diagnosi differenziale potrà eseguire anche batterie di test in grado dare ulteriori informazioni per il futuro trattamento.
In alcuni casi potrebbe verificarsi anche il segno di Trendelerburg, cioè una caduta controlaterale del tronco rispetto all’arto interessato, nella deambulazione e presentarsi una sintomatologia dolorosa durante l’appoggio sul piede della gamba affetta.
Ricapitolando esame obiettivo e valutazione:
- Valutazione approfondita del rachide, delle anche, del bacino e del ginocchio;
- Palpazione della regione peri-trocanterica in prossimità dell’inserzione del medio gluteo;
- Test di forza in abduzione contro resistenza;
- Segno di Trendelerburg nella deambulazione;
- Single Leg Stance.
Trattamento
Il trattamento della borsite trocanterica varia a seconda della causa principale di questa problematica.
L’esercizio fisico terapeutico è la strada più adatta per ottenere outcome finali migliori.
In particolare, l’obiettivo è quello di stimolare il tendine ad un graduale recupero della funzione e della capacità di tolleranza al carico.
La gestione del carico e del volume di lavoro è estremamente importante per un ripristino graduale della funzionalità tendinea.
Molti studi sottolineano l’importanza di una fisioterapia basata su esercizi fisici per conferire maggior funzionalità al paziente e per conferire un miglior risultato sintomatico anche a lungo termine.
Le infiltrazioni di cortisonici sembra possano inibire i circuiti del dolore nel breve termine, e sono più efficaci se vengono eseguite con una guida ecografica.
Anche le onde d’urto così come le infiltrazioni di PRP (fattori di crescita) sono risultate efficaci nel ridurre il dolore nel breve periodo (1-3 mesi) ma con scarsi risultati a lungo termine.
Lo studio di Reid del 2015 afferma che la miglior strategia iniziale potrebbe essere quella basata principalmente su una terapia prettamente sintomatica con infiltrazioni di cortisonici in loco per favorire una miglior risposta all’esercizio fisico che possa conferire benefici più duraturi.
Il trattamento chirurgico è consigliato solo sui pazienti che non hanno ricevuto benefici dal trattamento conservativo e la sintomatologia dura da almeno 6-12 mesi.
L’operazione consiste in una borsectomia aperta o endoscopica con o senza il rilascio della bendelletta ileotibiale.
Bibliografia:
- Long SS, Surrey DE and Nazarian LN. Sonography of greater trochanteric pain syndrome and the rarity of primary bursitis. 2013.
- Lespasio, Michelle J. Lateral Hip Pain: Relation to Greater Trochanteric Pain Syndrome. 2022.
- Mark A Pianka, Joseph Serino, Steven F DeFroda and Blake M Bodendorfer. Greater trochanteric pain syndrome: Evaluation and management of a wide spectrum of pathology . 2021.
- Reid, Diane. The management of greater trochanteric pain syndrome: A systematic literature review. 2015.
- Lall AC, Schwarzman GR, Battaglia MR, et al. Greater trochanteric pain syndrome: an intraoperative endoscopic classification system with pearls to surgical techniques and rehabilitation protocols. 2019.