
Le tendinopatie rappresentano un insieme di condizioni dolorose che colpiscono i tendini…
Spesso chiamate erroneamente “tendinite”, sono una delle cause più comuni di infortuni da sovraccarico negli sportivi.
Uno studio recente rivela che il 22% degli atleti soffre di questa condizione, con un tasso di incidenza annuale di circa 11,85 atleti su 1000, e fino al 50% di essi è costretto a ridurre l’attività o a ritirarsi dallo sport.
Il dolore tendineo non affligge solo gli sportivi: è una causa comune di invalidità anche per i lavoratori, in particolare per chi svolge attività ripetitive.
In questo articolo esploreremo le cause, i sintomi e soprattutto le moderne strategie di trattamento basate sull’evidenza.
Cosa è un tendine?
Il tendine è una struttura anatomica che funge da collegamento tra muscolo e osso, trasmettendo le forze generate dai muscoli per permettere il movimento articolare.
La sua struttura interna è composta da tenociti, collagene di diverse isoforme e matrice extracellulare. Il collagene, in particolare l’isoforma di tipo I (la più abbondante in un tendine sano), è l’elemento strutturale chiave che trasferisce la forza.
La matrice extracellulare, invece, funge da impalcatura, elaborando lo stress meccanico e traducendolo in specifiche capacità meccaniche per il tendine.
Il tendine è una struttura dinamica che prospera grazie alla stimolazione costante di forze esterne.
Purtroppo, il tendine non sempre tollera efficacemente lo stress indotto dal carico.
Sia un carico eccessivo (overload) che uno insufficiente (underload) possono modificare la sua struttura, portando allo sviluppo di un processo patologico.
Cosa è una tendinopatia?
La tendinopatia è determinata da una alterazione della struttura tendine a causa di una disregolazione tra la capacità di carico del tendine stesso e il carico che gli viene fornito.
Questa patologia è definita come un processo caratterizzato da dolore persistente e perdita di funzionalità legata al carico meccanico.
In letteratura, vengono distinti diversi tipi di tendinopatia:
- tendinopatia inserzionale: colpisce le zone in cui il tendine si inserisce sull’osso;
- tendinopatia mid-portion: interessa la parte centrale del tendine;
- tendinopatie calcifiche: caratterizzate dal deposito di calcio all’interno del tendine.
L’applicazione di carico, a seconda del tipo di tendinopatia, può influire negativamente sull’evoluzione della patologia, contribuendo a mantenere la sintomatologia dolorosa.
Ad esempio, nel caso della tendinopatia inserzionale, stretching aggressivi o movimenti con grandi escursioni articolari possono determinare una compressione dell’entesi (la zona di inserzione) contro la tuberosità ossea, aggravando la condizione.
Per la tendinopatia mid-portion, i carichi tensivi sono i principali responsabili del ‘mal-adattamento’ locale del tendine.
Mentre nelle tendinopatie calcifiche, l’eccesso di carico, unito a cause ancora non del tutto chiare legate al metabolismo del calcio, porta al deposito di acqua, carbonato e fosfato in aree poco vascolarizzate del tendine e determinando la formazione della calcificazione stessa.
Teoria del Continuum
La tendinopatia è inoltre descritta come un continuum che si sviluppa attraverso tre fasi distinte: reattiva, dysrepair e degenerativa.
La tendinopatia degenerativa (o tendinosi) rappresenta lo stadio finale di questo processo.
Man mano che una tendinopatia progredisce da una fase all’altra, si verificano cambiamenti istologici che compromettono le proprietà meccaniche del tendine.
Un tendine sano può sviluppare sintomi dolorosi se esposto a un carico eccessivo o a forze a cui non è abituato, come nel caso di un tendine decondizionato.
Fattori di rischio
Le tendinopatie possono insorgere a causa di una combinazione di fattori interni ed esterni.
Tra i fattori di rischio intrinseci rientrano l’età (con l’avanzare degli anni i tendini tendono a perdere elasticità), la genetica, patologie metaboliche (come il diabete) e l’assunzione di alcuni farmaci (ad esempio, alcuni antibiotici).
I fattori estrinseci, invece, includono:
- sovraccarico improvviso o cronico: volume eccessivo di allenamento ripetuto nel tempo o con un carico scorretto;
- errori nell’allenamento: progressione troppo rapida dei carichi;
- attrezzatura inadeguata: scarpe non idonee per la corsa, impugnature non ergonomiche negli sport con racchetta;
- disfunzioni biomeccaniche: squilibri muscolari, rigidità articolari, alterazioni posturali che portano a un carico anomalo sul tendine.
Localizzazioni comuni
Le tendinopatie possono colpire qualsiasi tendine del corpo, ma alcune localizzazioni sono più comuni:
- tendine d’Achille: dolore al tallone, spesso associato alla corsa o ai salti;
- tendini della cuffia dei rotatori (spalla): dolore e limitazione del movimento della spalla, tipico negli sport di lancio o in lavori che richiedono sollevamento delle braccia;
- tendine rotuleo (ginocchio del saltatore): dolore sotto la rotula, comune in sport che prevedono salti;
- epicondilite laterale (gomito del tennista) ed epicondilite mediale (gomito del golfista): dolore all’esterno o all’interno del gomito, spesso legato a movimenti ripetitivi del polso e della mano.
Diagnosi e valutazione del fisioterapista
Il dolore si avverte generalmente in modo localizzato sul tendine interessato, come ad esempio un fastidio al polo inferiore della rotula nella tendinopatia rotulea.
Un altro sintomo comune è il dolore che si presenta durante attività che richiedono accumulo e rilascio di energia. Spesso, il dolore diminuisce durante il riscaldamento (effetto warm-up), salvo poi ripresentarsi, a volte in modo più intenso qualche ora dopo la fine dell’attività sportiva o addirittura il giorno seguente.
La diagnosi di tendinopatia si basa principalmente su un’accurata anamnesi e un esame fisico approfondito.
Il fisioterapista OMPT è specificamente formato per identificare i segni e i sintomi delle tendinopatie. La diagnosi avviene attraverso test clinici che valutano la forza, il dolore alla palpazione del tendine e durante i movimenti contro resistenza.
In alcuni casi ben specifici con una sintomatologia sfumata e resistente al trattamento, potrebbero essere utili esami strumentali come l’ecografia o la risonanza magnetica per confermare la diagnosi, valutare l’entità delle alterazioni strutturali e escludere altre patologie.
Tuttavia, è importante sottolineare che la correlazione tra immagini diagnostiche e sintomi non è sempre diretta: un tendine con alterazioni evidenti all’imaging può essere asintomatico, e viceversa. Per questo, la valutazione clinica rimane la base per l’approccio terapeutico.
Il trattamento delle tendinopatie richiede un approccio multidisciplinare e, nella maggior parte dei casi, conservativo. L’obiettivo non è solo alleviare il dolore, ma soprattutto ripristinare la funzionalità del tendine e prevenire le recidive.
Il percorso terapeutico, personalizzato per ogni paziente, può includere:
- educazione del paziente: fondamentale per comprendere la patologia, i fattori scatenanti e l’importanza della gestione del carico. Si educa il paziente a modificare le attività che sovraccaricano il tendine, senza demonizzare il movimento, ma trovando il giusto equilibrio tra riposo relativo e carico progressivo;
- gestione del carico progressivo: questa è la chiave del successo nel trattamento delle tendinopatie.
Attraverso esercizi specifici, si espone gradualmente il tendine a carichi crescenti, stimolando i processi di riparazione e adattamento strutturale.
- terapia manuale: il fisioterapista OMPT utilizza tecniche manuali specifiche per mobilizzare le articolazioni adiacenti al tendine, ridurre le tensioni muscolari e migliorare la vascolarizzazione e l’elasticità dei tessuti molli circostanti. Queste tecniche possono includere mobilizzazioni articolari, massaggio dei tessuti molli e tecniche di rilascio miofasciale.
- prevenzione delle recidive: una volta recuperata la funzionalità, il fisioterapista guida il paziente in un programma di mantenimento e prevenzione, educandolo a gestire i carichi futuri, migliorare la tecnica sportiva o lavorativa e implementare un programma di forza e flessibilità a lungo termine.
Recupero prima se faccio anche le terapie fisiche strumentali? Questa tipologia di trattamento risulta essere controversa.
Infatti la letteratura scientifica è univoca nel dire che poche terapie strumentali sembrano essere efficaci nel aiutare la guarigione.
Non ci sono evidenze scientifiche dell’efficacia di terapie come la Tecarterapia, laser a bassa potenza o la TENS, mentre ci sono moderate evidenze sull’efficacia delle onde d’urto e del laser ad alta potenza, sempre come complemento al programma di esercizi.
Ritorno alle attività
Il ritorno all’attività completa deve essere graduale e monitorato.
Il fisioterapista OMPT guiderà il paziente attraverso una progressione sicura, basata su criteri funzionali piuttosto che temporali.
Questo significa che il ritorno allo sport o al lavoro avverrà solo quando il tendine avrà raggiunto una sufficiente capacità di carico e la sintomatologia sarà sotto controllo, riducendo al minimo il rischio di recidive.
La prevenzione
La prevenzione gioca un ruolo chiave. Alcuni consigli pratici includono:
- progressione graduale dei carichi: non aumentare troppo velocemente intensità, durata o frequenza dell’attività;
- riscaldamento adeguato: preparare i muscoli e i tendini all’attività;
- tecnica corretta: imparare e mantenere una tecnica appropriata per lo sport o l’attività lavorativa.
- allenamento della forza: mantenere muscoli forti e bilanciati per supportare i tendini;
- recupero adeguato: dare al corpo il tempo di recuperare tra una sessione e l’altra;
- idratazione e nutrizione: contribuiscono alla salute generale dei tessuti connettivi.
Conclusioni
Le tendinopatie possono essere condizioni dolorose e frustranti, ma con il giusto approccio terapeutico è possibile recuperare appieno la funzionalità e tornare alle attività desiderate.
La Fisioterapia OMPT, con il suo focus sulla gestione del carico progressivo e l’esercizio terapeutico individualizzato, rappresenta la strategia più efficace e basata sull’evidenza per affrontare queste patologie.
Non sottovalutare il dolore tendineo: affidarsi a un fisioterapista OMPT significa intraprendere un percorso di cura scientifico e mirato per riprendere il controllo del proprio corpo e della propria vita.
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