Kinesiofobia

La kinesiofobia in letteratura e in clinica è letta come una forma estrema di paura del movimento, “una paura intensa e irrazionale nell’esecuzione di un movimento, dovuta ad una sensazione di vulnerabilità rispetto ad un episodio doloroso o a un re-infortunio”.

È una problematica che colpisce spesso pazienti che presentano condizioni dolorose da più tempo, come ad esempio una lombalgia cronica, e a cui sono state date informazioni negative – “con questa schiena sentirai dolore per sempre” – che hanno determinato un aumento della vigilanza della persona alla propria condizione.

I pazienti kinesiofobici si muovono in maniera diversa rispetto ai sani, cercando di preservare la zona lombare, con movimenti più lentipoco variabili e con maggiore rigidità.

Se parliamo di mal di schiena la paura porterà ad avere una schiena meno sana, meno versatile, forte e mobile, oltre al chiaro problema di evitamento delle attività.

In pratica i soggetti con kinesiofobia si autoconvincono che con il movimento l’erniazione discale potrebbe ripetersi o qualcosa possa “rompersi” e di rimando cominciano a ridurre al minimo gli spostamenti e le attività, fino a quando non raggiungono una situazione, questa sì patologica, di quasi totale staticità in casa.

Trattasi di atteggiamenti e reazioni che si insinuano lentamente e che hanno ricadute dannose sugli esiti del post-operatorio.

 

Cosa si può fare?

In questo contesto si inserisce il fisioterapista, il quale attraverso un corretto percorso riabilitativo ed espositivo, in collaborazione con il paziente, può favorire il ritorno della persona alle proprie attività di vita quotidiana e del rientro all’attività lavorativa.

 

 

Bibliografia:

  • Svensson et al. (2011) High degree of kinesiophobia after lumbar disc herniation surgery: a cross-sectional study of 84 patients. Acta Orthop.
  • Karayannis et al. (2013) Fear of Movement Is Related to Trunk Stiffness in Low Back Pain. PLoS One.