
INTRODUZIONE
Le lesioni meniscali sono una delle patologie più comuni a carico del ginocchio, sia negli sportivi che nella popolazione generale.
Il menisco è una struttura fondamentale per la salute e la funzionalità dell’articolazione: agisce come un cuscinetto protettivo, facilita i movimenti e contribuisce alla stabilità del ginocchio durante le attività quotidiane o sportive.
Queste lesioni rappresentano circa il 20-30% degli infortuni al ginocchio nei giovani sportivi, ma sono anche presenti nel 60% delle persone con più di 50 anni in maniera del tutto asintomatica.
Una torsione improvvisa, un trauma diretto o il semplice invecchiamento articolare possono provocare una lesione del menisco, con conseguente dolore, gonfiore e difficoltà nei movimenti.
In passato, la chirurgia era spesso considerata la prima opzione di trattamento.
Oggi, invece, numerose evidenze scientifiche supportano l’efficacia del trattamento conservativo, soprattutto se guidato da un fisioterapista OMPT, che può valutare in modo approfondito la funzionalità del ginocchio e pianificare un percorso riabilitativo mirato.
ANATOMIA E FUNZIONE DEL MENISCO
Nel ginocchio umano sono presenti due menischi: uno mediale (interno) e uno laterale (esterno). Si tratta di strutture fibrocartilaginee a forma di mezzaluna, interposte tra il femore e la tibia.
La loro conformazione consente di adattarsi perfettamente ai contorni articolari, distribuendo in modo uniforme i carichi durante la deambulazione, la corsa o i salti. I menischi svolgono diverse funzioni essenziali:
- Assorbimento degli urti: agiscono come ammortizzatori, proteggendo le superfici articolari da sollecitazioni eccessive.
- Stabilizzazione del ginocchio: migliorano il contatto tra femore e tibia, contribuendo alla stabilità dinamica.
- Lubrificazione e nutrimento articolare: facilitano la distribuzione del liquido sinoviale, migliorando la nutrizione della cartilagine.
- Propriocezione: contengono terminazioni nervose che forniscono informazioni importanti al sistema nervoso sul movimento e la posizione del ginocchio.
Quando uno di questi menischi subisce una lesione, queste funzioni possono risultare compromesse, con effetti negativi sulla biomeccanica del ginocchio e sulla qualità della vita del paziente.
TIPOLOGIE DI LESIONI MENISCALI
Le lesioni meniscali si distinguono principalmente in traumatiche e degenerative, con caratteristiche diverse a seconda dell’età del paziente e della dinamica dell’infortunio.
Le lesioni traumatiche sono più frequenti nei soggetti giovani e attivi e si verificano spesso durante attività sportive che comportano movimenti rapidi di torsione o cambi di direzione (es. calcio, basket, sci).
Possono coinvolgere un solo menisco o entrambi, e talvolta sono associate a lesioni legamentose, come la rottura del legamento crociato anteriore (LCA).
In questi casi, le lesioni sono solitamente “a manico di secchio” (frammento meniscale che si sposta all’interno dell’articolazione, talvolta bloccando il movimento), con rottura verticale o obliqua.
I sintomi più comuni sono dolore, sensazioni di clicking e di blocco, edema e deficit del range di movimento (ROM) del ginocchio sia in maniera attiva che passiva.
Questi possono essere severi e invalidanti, costringendo i giovani sportivi e gli atleti d’élite a un lungo periodo di assenza dai campi di gioco.
Le lesioni degenerative, più comuni dopo i 40-50 anni, sono causate dall’usura progressiva dei tessuti articolari (meniscosi) e tendono a essere di tipo orizzontale.
Queste tipologie di lesioni sono quasi sempre del tutto asintomatiche.
La tipologia di lesione ha un impatto significativo sulla scelta del trattamento e sui tempi di recupero, motivo per cui una valutazione attenta è fondamentale.
FATTORI DI RISCHIO
I fattori di rischio per una lesione del menisco sono ancora poco chiari e rappresentano un argomento che necessita di ulteriori approfondimenti scientifici. Tuttavia, evidenze di bassa qualità elencano diversi elementi che possono aumentare la probabilità di sviluppare una lesione meniscale, sia in ambito sportivo che nella vita quotidiana. Conoscere questi fattori è utile non solo per la prevenzione, ma anche per personalizzare il trattamento e il percorso riabilitativo.
Tra i principali fattori di rischio troviamo:
- Età: con l’invecchiamento, il menisco perde elasticità e idratazione, diventando più suscettibile a rotture anche in assenza di traumi evidenti. Questo contribuisce allo sviluppo di lesioni degenerative.
- Attività sportiva ad alto impatto: sport che richiedono movimenti di torsione, cambi di direzione rapidi o salti (calcio, basket, sci, rugby) aumentano il rischio di lesioni traumatiche.
- Squilibrio muscolare o debolezza degli arti inferiori: una muscolatura non adeguatamente allenata può compromettere la stabilità e il controllo del ginocchio.
- Alterazioni dell’allineamento articolare: ginocchio varo o valgo accentuato possono predisporre a un sovraccarico selettivo del menisco mediale o laterale.
- Precedenti lesioni al ginocchio: traumi pregressi, instabilità articolare o interventi chirurgici aumentano il rischio di recidive o nuove lesioni.
- Obesità o sovrappeso: l’eccessivo carico meccanico sull’articolazione del ginocchio.
Individuare e affrontare i fattori di rischio è parte integrante del lavoro del fisioterapista OMPT, che può guidare il paziente verso un percorso di prevenzione attiva, attraverso esercizio mirato, educazione al movimento e strategie di gestione del carico articolare.
COME DIAGNOSTICARE UNA LESIONE MENISCALE?
La diagnosi di una lesione meniscale si basa su una combinazione di anamnesi dettagliata, valutazione clinica e, se necessario, indagini strumentali.
Sebbene le lesioni traumatiche (solitamente longitudinali o verticali) siano più comuni nei giovani sportivi e le lesioni degenerative (di solito orizzontali) nei pazienti di mezza età e anziani, non vi sono ancora precisi consensi per quanto riguarda la diagnosi e la definizione esatta di lesione meniscale degenerativa e traumatica.
Durante la visita, il fisioterapista OMPT può eseguire alcuni test ortopedici specifici, per definire la gravità della situazione e nel caso eseguire referral medico:
- Test di McMurray: utile per individuare lesioni con blocco meccanico, attraverso la riproduzione del dolore o di uno “scatto” articolare.
- Test di Apley: eseguito in posizione prona, valuta il dolore alla compressione rotatoria del ginocchio.
- Test di Thessaly: prevede una rotazione attiva del corpo su un ginocchio flesso e può riprodurre i sintomi tipici di una lesione meniscale.
In caso di dubbio o per la conferma della diagnosi, un medico può richiedere una risonanza magnetica nucleare (RMN), che permette di visualizzare nel dettaglio la morfologia meniscale e identificare eventuali lesioni associate (come legamenti o cartilagini).
L’imaging (ecografia, RM, RX sotto-carico) dovrebbe essere usata con cautela e solo in caso di sospetta patologia grave o fallimento del trattamento conservativo.
L’ecografia, sebbene utile, non permette una visione completa del menisco o di altre patologie intra-articolari. La RM e l’RX sono spesso poco raccomandate: una lesione meniscale alla RM è presente nel 60% dei pazienti asintomatici e può rappresentare un semplice inizio di osteoartrosi.
Come ben sappiamo, per fare diagnosi di osteoartrosi l’RX non è fondamentale.
L’artroscopia rappresenta ovviamente il gold standard per valutare la presenza e il tipo di lesione meniscale, ma non può essere utilizzata come strumento di diagnosi primaria.
TRATTAMENTI A CONFRONTO: CONSERVATIVO O CHIRURGICO
Una volta diagnosticata la lesione, è fondamentale scegliere il trattamento più adatto alle esigenze del paziente, in base a età, livello di attività, tipo di lesione e sintomatologia.
TRATTAMENTO CONSERVATIVO
Nella maggior parte dei casi, soprattutto per le lesioni degenerative e per molte lesioni traumatiche non bloccanti, il trattamento conservativo rappresenta la prima scelta. Questo approccio include:
- Riduzione del dolore e del gonfiore;
- Recupero della mobilità articolare;
- Rinforzo muscolare mirato;
- Riatletizzazione;
- Ritorno progressivo alle attività quotidiane o sportive.
Le linee guida internazionali e le evidenze scientifiche recenti mostrano che molti pazienti ottengono risultati comparabili o migliori con la fisioterapia rispetto alla chirurgia (meniscectomia parziale), soprattutto nel medio-lungo termine.
TRATTAMENTO CHIRURGICO
L’intervento chirurgico (tipicamente artroscopico) è indicato in caso di:
- Lesioni “a manico di secchio” con blocco meccanico del ginocchio.
- Fallimento del trattamento conservativo.
- Lesioni che coinvolgono la porzione vascolarizzata del menisco (zona rossa) suscettibili di sutura.
Va sottolineato che, soprattutto nei pazienti più giovani (sotto i 40 anni) con lesione traumatica, la scelta tra trattamento conservativo e/o chirurgico resta di competenza del medico ortopedico.
E in ogni caso, la riabilitazione post-operatoria gioca un ruolo cruciale per il pieno recupero funzionale.
CHIEDILO AL MEDICO
Il dottor Francesco Buonanotte, medico ortopedico presso l’Ospedale di Treviglio, specializzato nell’articolazione del ginocchio, spiega che l’approccio nel trattamento delle suture meniscali si è notevolmente modificato ed evoluto negli ultimi anni.
Sebbene i primi tentativi di riparazione meniscale siano stati effettuati già a partire dai primi anni del Novecento, per tutto il secolo scorso l’unico trattamento riconosciuto come valido per le lesioni meniscali era l’asportazione meniscale completa.
Ad oggi ci sono innumerevoli tecniche di trattamento chirurgico; le più utilizzate e analizzate sono:
- la meniscectomia;
- la sutura meniscale;
- reinserzione delle radici;
- centralizzazione meniscale;
- trapianto meniscale.
La meniscectomia si basava sul concetto che il dolore e la sintomatologia potessero essere alleviate e le complicanze prevenute asportando totalmente il menisco lesionato.
In seguito alla comprensione dell’importanza del menisco, la pratica si è evoluta nella meniscectomia selettiva, che mira a rimuovere solo il tessuto lesionato e le porzioni immediatamente adiacenti fino ad ottenere un residuo meniscale stabile.
Ad oggi questa rappresenta la procedura artroscopica di trattamento meniscale più diffusa al mondo.
Tuttavia, a partire dalla metà del secolo scorso, diversi autori hanno posto l’enfasi sull’importante impatto negativo di tali procedure sul ginocchio dei pazienti.
L’evoluzione di questo pensiero ha portato a definire l’obiettivo principale della chirurgia meniscale: la preservazione del tessuto meniscale con ogni sforzo, attraverso l’utilizzo di tecniche di sutura e/o reinserzione meniscale.
Le tecniche di sutura meniscale sono differenti ma tutte si basano sul concetto di ottenere la guarigione biologica delle lesioni, affrontando al meglio i margini di frattura e affidandosi al potenziale rigenerativo del menisco stesso.
Questa considerazione rende conto del fatto che le procedure di sutura siano nella maggior parte dei casi riservate a pazienti giovani e giovani-adulti, nei quali la biologia e la vascolarizzazione meniscale non siano ancora state compromesse dalla senescenza articolare.
Le principali tecniche di sutura meniscale sono:
- “Open”: utilizzate nel caso di procedure associate (ricostruzioni multilegamentose) o in casi selezionati.
- “Out–in” artroscopica: consiste nell’inserire la sutura del menisco dall’esterno tramite piccoli accessi percutanei, controllando il corretto affrontamento dei margini in artroscopia.
- “In–out” artroscopica: consiste nell’ottenere l’affrontamento dei margini di lesione posizionando la sutura all’interno del ginocchio e annodandola attraverso piccole incisioni cutanee.
- “All-inside” artroscopica: attraverso l’utilizzo di devices dedicati, che permettono di posizionare una o più suture sequenziali e di annodarle in un unico tempo artroscopico.
Altra procedura fondamentale per la salvaguardia del tessuto meniscale è la reinserzione delle radici, eseguita nel caso di avulsione di queste ultime o di lesioni radiali molto vicine alle inserzioni ossee meniscali anteriore e posteriore.
Le radici meniscali possono essere riparate attraverso la creazione di tunnel ossei o utilizzando delle ancorette.
Esiste poi una procedura relativamente recente e innovativa associata al trattamento delle lesioni meniscali: la centralizzazione meniscale.
Questa può rivelarsi particolarmente utile in situazioni determinanti estrusione meniscale (avulsioni delle radici o lesioni radiali complete) e consiste nel ripristinare la posizione del menisco estruso sulla superficie del piatto tibiale attraverso l’uso di suture, ancorette e/o tunnel ossei.
È una procedura che può risultare molto preziosa in associazione a reinserzioni e suture per garantire la preservazione della funzione meniscale dopo tali riparazioni.
Altre tecniche chirurgiche il cui utilizzo è riservato a casi selezionati in cui il tessuto meniscale è stato irrimediabilmente compromesso sono il trapianto meniscale e l’utilizzo di scaffold meniscali.
Ogni procedura meniscale, infine, potrebbe giovare dello sviluppo e dell’utilizzo di ausili biologici come la colla di fibrina, le tecniche di stimolazione del midollo osseo, cellule staminali, PRP (Platelet Rich Plasma).
IL RUOLO DEL FISIOTERAPISTA OMPT
Il fisioterapista OMPT è una figura chiave nella gestione delle lesioni meniscali, sia nel percorso conservativo che nella riabilitazione post-chirurgica.
Il trattamento OMPT si basa su un approccio individualizzato, centrato sulla persona, e include:
- Valutazione funzionale approfondita: non solo della lesione, ma dell’intera catena cinetica.
- Terapia manuale: tecniche mirate a migliorare la mobilità articolare, ridurre il dolore e facilitare il recupero motorio.
- Esercizio terapeutico: programmi di esercizi graduali, progressivi e personalizzati per recuperare forza, equilibrio e controllo neuromuscolare.
- Educazione del paziente: per promuovere l’autogestione, correggere eventuali comportamenti a rischio e favorire la prevenzione delle recidive.
L’obiettivo della fisioterapia OMPT è ripristinare la funzionalità del ginocchio in modo completo e sicuro, evitando trattamenti invasivi quando non strettamente necessari, e favorendo un ritorno efficace alle attività quotidiane, sportive e lavorative.
TEMPI DI RECUPERO E RETURN TO SPORT
Il recupero da una lesione meniscale dipende dal tipo di trattamento e dalla gravità della lesione. Tuttavia, analizzando in letteratura il tempo e il tasso di ritorno allo sport (RTS) dopo un intervento al menisco, mettendo a confronto i tipi di intervento e i tipi di lesione, i tempi di rientro in campo sono ancora poco chiari.
- Trattamento conservativo: In assenza di intervento chirurgico, il recupero può richiedere da 6 a 12 settimane, con un ritorno graduale alle attività quotidiane e sportive, a seconda della risposta individuale al trattamento.
- Meniscectomia parziale: Questa procedura comporta la rimozione della parte danneggiata del menisco. Il ritorno allo sport avviene generalmente tra 6 e 12 settimane, a condizione che il paziente raggiunga una forza muscolare adeguata e non presenti dolore durante le attività.
- Riparazione meniscale: La sutura del menisco richiede tempi di recupero più lunghi. Il ritorno allo sport avviene solitamente tra 4 e 6 mesi, con una percentuale di successo del 81% all’88,9%.
- Meniscal allograft transplantation (MAT): Questa procedura, che prevede il trapianto di un menisco da donatore, ha un tempo di recupero più lungo, con il ritorno allo sport che varia tra 7,6 e 16,5 mesi.
È importante ricordare che, nonostante il tempo riabilitativo sia trascorso, un atleta potrebbe non essere in grado di ritornare allo sport a causa di fattori psicologici, anche se soddisfa tutti gli altri criteri.
Questo suggerisce che vi possano essere differenze nello stato psicologico dei pazienti che ritornano allo sport rispetto a quelli che non lo fanno.
Altri atleti, affrettando i tempi, rientrano a praticare la propria attività nonostante non soddisfino i criteri di forza, stabilità e funzione, esponendosi a una maggiore possibilità di recidiva.
È fondamentale che il ritorno all’attività sportiva avvenga solo dopo aver raggiunto criteri specifici, tra cui:
- Recupero completo del range di movimento senza dolore.
- Forza muscolare dell’arto inferiore almeno pari al 90% rispetto all’arto sano.
- Assenza di gonfiore articolare.
- Capacità di eseguire movimenti specifici dello sport senza dolore.
- Predisposizione psicologica a tornare alla pratica sportiva.
Il fisioterapista OMPT svolge un ruolo cruciale nel monitorare questi parametri e nel guidare il paziente attraverso un programma riabilitativo personalizzato.
CONCLUSIONI
Le lesioni meniscali sono patologie comuni che possono compromettere significativamente la funzionalità del ginocchio.
Un trattamento tempestivo e appropriato, seguito da un programma riabilitativo personalizzato, è essenziale per il recupero completo e il ritorno alle attività quotidiane e sportive.
Sebbene gli infortuni e gli interventi al menisco siano una problematica molto comune, specialmente nei giovani sportivi, la letteratura scientifica non fornisce ancora idee chiare e univoche sugli strumenti diagnostici, i criteri di trattamento e i tempi di recupero precisi prima del ritorno allo sport.
Il fisioterapista specializzato in OMPT gioca un ruolo cruciale in tutte le fasi del trattamento, dalla diagnosi alla prevenzione delle recidive.
Affidarsi a professionisti qualificati garantisce un percorso riabilitativo efficace e sicuro.
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